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Test sul prodotto

Astrofotografia con il Celestron RASA 800: un resoconto

La nuova ottica di Celestron per l’astrofotografia. Un test pratico di Christoph Kaltseis sulla galassia di Andromeda.

Celestron Rasa 800 Astrofotografie Aufbau Kaltseis

Con gli astrografi della serie RASA, Celestron propone un nuovo sistema ottico per l’astrofotografia. Grazie a un’ottica f/2 estremamente veloce e alla posizione conveniente della fotocamera nel punto focale dell’ottica primaria, questo strumento permette di fotografare galassie e nebulose con tempi di esposizione sorprendentemente brevi.

I telescopi RASA non scendono a compromessi. Sono stati progettati e ottimizzati esclusivamente per gli usi fotografici, quindi sono dei veri astrografi!

L’astrofotografo Christoph Kaltseis usa l’astrografo RASA 800 per realizzare, in appena 4,5 ore (!) una immagine profonda della galassia di Andromeda M31. Ecco il suo resoconto.

Una M31 caduta dal cielo

Chiunque si dedichi all’astronomia amatoriale ha visto almeno una volta la galassia di Andromeda, con i propri occhi o in foto. Mi attirava in particolare la possibilità di fotografare la nostra affascinante galassia vicina con la fortissima fotocamera Schmidt RASA 8″ - Rowe-Ackermann Schmidt Astrograph sotto a un cielo perfettamente buio. Tra l’altro, è questo il motivo per cui nel 2019 ho trascorso una settimana a La Palma, presso il Centro Astronomico Athos (www.athos.org).

L'equipaggiamento

Per M31, la camera QHY 163M è perfetta con il RASA 8″, sia per la porzione di immagine che per scala dei pixel. Su una camera monocromatica non poteva mancare il Baader FCCT (Filter Changer & Camera Tilter). Questa evoluzione particolare del portafiltro per il corto backfocus del RASA 8″ permette non solo di cambiare velocemente diversi filtri, ma anche una regolazione precisa e stabile della camera per evitare inclinazioni. Ho portato con me i miei collaudati filtri LRGB e UHC-S Baader, ma ho aggiunto i primissimi prototipi dei nuovi filtri a banda stretta Baader f/2 ULTRA Highspeed: H-Alfa e O-III.

L'equipaggiamento

La ripresa

Con questo setup, dopo essere arrivato a La Palma in tempi rapidissimi, già il primo giorno sono riuscito a impostare tutto e quindi ero pronto a catturare immagini raw di M31. Durante la configurazione della fotocamera QHY, ho prestato particolare attenzione alla posizione dei cavi USB e di alimentazione collegati alla fotocamera stessa: li ho fatti passare entrambi verso l'esterno con un angolo di 90°, davanti all'ottica, nel modo più preciso possibile. Ho fissato i cavi con la fascia anticondensa. Grazie a questa accurata preparazione, ho potuto ottenere nelle immagini finali bellissimi e delicati spikes intorno alle stelle luminose, che altrimenti si possono avere solo con telescopi riflettori dotati di supporti per specchi secondari di alta qualità.

La prima notte limpida ero pronto a dare il via ai miei propositi. Grazie all'FCCT ho regolato il sistema molto rapidamente, per ottenere stelle nitide fino ai bordi del campo. A ogni cambio di filtro, ho ripetuto la messa a fuoco per raggiungere il massimo segnale con una qualità d'immagine perfetta per ogni ripresa. Avevo ben in mente il mio obiettivo: ottenere il massimo da M31. I nuovi filtri ULTRA Highspeed sono stati di grande aiuto per rappresentare la profondità cromatica della galassia.

Per le esposizioni in luminanza, UHC-S, R, G e B, ho scelto un tempo di esposizione singolo di soli 180 secondi ciascuno, per via del rapporto focale estremamente veloce di f/2,  nonostante il cielo notturno straordinariamente buio di La Palma. Per i dati H-Alfa e O-III, invece, ho esposto per 300 secondi ciascuno.

Tuttavia, la natura non era del tutto d'accordo con i miei piani. Nuvole e pioggia hanno caratterizzato i giorni e le notti seguenti, un toccasana per l'isola dopo un'estate calda e secca, ma che mi hanno procurato lunghe ore di attesa. Questo tempo è abbastanza normale in questo periodo dell'anno, me ne ero già reso conto quando ho programmato il viaggio alla fine di ottobre. La speranza era che mi venissero concesse almeno alcune notti serene.

Ma proprio quando il mio soggiorno di una settimana a La Palma stava volgendo al termine, è arrivata una notte molto buona. Il seeing era superiore alle aspettative e la trasparenza è stata solo leggermente influenzata da una leggerissima calima.

Il veloce RASA 8” mi ha permesso di usare tutti i filtri mancanti in una sola notte e di migliorare le immagini già scattate. Per capirci: con un rapporto focale di (poniamo) f/5,6, avrei avuto bisogno di 36 ore di esposizione, e ogni notte sull'isola sarebbe dovuta essere altrettanto buona...

La ripresa

La post-produzione

Tutte le immagini sono state elaborate con dark frame e bias. Ho rinunciato a usare i flat, perché test precedenti avevano mostrato che con il setup scelto si raggiunge una illuminazione straordinariamente buona.

Le immagini singole sono state misurate tramite PixInsight e valutate negli ambiti FWHM, rotondità e segnale. Sulla immagine singola migliore ho registrato tutti i subframe. Così sono riuscito a raccogliere un totale di 275 minuti di esposizione con f/2,0, che equivale a 550 minuti con f/2,8, 1100 minuti con f/4 e ben 2200 minuti o 36,6 ore con f/5,6!

Dopo aver integrato i dati di ciascun filtro in un'immagine somma, ho potuto analizzare l’anteprima delle immagini mediate. I dati H-alfa a 3,5 nanometri hanno mostrato un anello e singole regioni HII nella galassia M31, chiare e ben risolte, e questo a soli 400 mm di lunghezza focale! I dati O-III, invece, erano privi di particolarità.

In post-produzione, ho prima unito l'immagine di luminanza mediata con l'immagine UHC-S mediata. Queste due immagini hanno dato la base per l'enorme profondità. I dati RGB sono stati calcolati su un'immagine a somma di colori e calibrati (con GAIA + APASS).

Ho quindi unito i dati di luminanza e UHC-S con i dati RGB in Adobe Photoshop senza alcuna perdita di profondità o di informazioni colore; in questa immagine ho incorporato il segnale H-alfa nel canale rosso, in modo che corrispondesse a quello R. Ho fatto lo stesso con il canale verde e il segnale O-III.

Il bilanciamento in profondità e la resa dei dati in banda stretta erano molto importanti e fattibili, con un po’ di conoscenza. Ho ottenuto così un'immagine profonda di M31, che combina in sé UHC-S + luminanza + R + H-alfa + G + O-III + B.

Ho quasi finito di elaborare la mia immagine di M31 in Photoshop, prima del tocco finale. Per rendere naturale il centro molto luminoso, ho sovrapposto all'immagine i dati H-alfa. È stata un’operazione delicata! Sono però più che soddisfatto del risultato, perché è stato possibile far emergere una grande quantità di dettagli con una lunghezza focale di appena 400 mm.

Dal mio punto di vista, lo sforzo e la rigorosa selezione dei dati hanno dato i loro frutti. 275 minuti di tempo di esposizione e 400 mm di lunghezza focale, con un'ottica molto maneggevole e assolutamente stabile dal punto di vista della messa a fuoco: chi l'avrebbe mai detto!?

L'autore

Christoph Kaltseis non è solo uno specialista di Adobe Photoshop e un professionista Nikon, ma anche un esperto astrofotografo. È uno dei fondatori della Central European DeepSky Imaging Conference (www.cedic.at), che dal 2009 si tiene regolarmente ogni due anni a Linz.

Trovi maggiori informazioni sulle ottiche RASA qui in Astroshop.

Testo: Baader Planetarium GmbH

I componenti utilizzati