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La pratica

La fotografia planetaria: esecuzione ed elaborazione delle immagini

Come rendere l’elaborazione delle immagini il più semplice possibile? Un assemblaggio scrupoloso e i controlli durante le riprese sono la chiave di tutto.

La Luna occulta Saturno il 22.05.2007. Immagine catturata con una camera CCD non raffreddata e un telescopio Schmidt-Cassegrain con apertura 200 mm e lunghezza focale 2000 mm. U. Dittler La Luna occulta Saturno il 22.05.2007. Immagine catturata con una camera CCD non raffreddata e un telescopio Schmidt-Cassegrain con apertura 200 mm e lunghezza focale 2000 mm. U. Dittler

Per chi pratica l'astronomia amatoriale, i pianeti ben visibili in estate rappresentano una buona occasione per dedicarsi alla fotografia planetaria. Nell’articolo precedente abbiamo parlato dell'attrezzatura e dei preparativi necessari; ora ci occuperemo della fotografia notturna e della successiva elaborazione delle immagini.

Marte quasi occultato dalla Luna, il 24.12.2007. Immagine ripresa con una camera CCD non raffreddata su un telescopio SC con 200 mm di apertura e 2000 mm di lunghezza focale. U. Dittler Marte quasi occultato dalla Luna, il 24.12.2007. Immagine ripresa con una camera CCD non raffreddata su un telescopio SC con 200 mm di apertura e 2000 mm di lunghezza focale. U. Dittler

I pianeti devono essere fotografati quando si trovano più in alto possibile sopra l'orizzonte, con buone condizioni di seeing. Per poter riprendere in tutta tranquillità diverse sequenze di immagini planetarie con una camera CCD non raffreddata, è indispensabile avere anche un sistema di inseguimento motorizzato e ben allineato al polo celeste. I requisiti di allineamento tuttavia non sono così elevati come nella fotografia deep-sky.

Assemblaggio e messa a punto

È utile iniziare ad assemblare l'attrezzatura all'imbrunire, prestando particolare attenzione al bilanciamento dei due assi del telescopio. Durante la serie di esposizioni, potrebbe essere necessario apportare manualmente alcune correzioni all’inseguimento che, in caso di assi mal bilanciati, potrebbero causare salti o tempi morti poco attraenti: ecco perché un buon bilanciamento è utile per ottenere meno disturbi durante le sequenze di ripresa, a vantaggio della qualità dell'immagine complessiva.

Trovare i pianeti luminosi di solito non è un problema. Se la montatura non dispone di una funzione GoTo, le mappe celesti si rivelano utili per individuare i pianeti esterni Urano e Nettuno tramite starhopping. Diversamente dai sensori piccoli, anche le camere CCD con un sensore di grande dimensione aiutano nella ricerca dei pianeti deboli, perché permettono di visualizzare diverse stelle che possono fungere da punti di riferimento.

La messa a fuoco per la fotografia planetaria si semplifica ingrandendo l'immagine sul monitor del notebook; per mettere a fuoco con precisione i brillanti pianeti gassosi, è consigliabile non solo prestare attenzione all’immagine e alla ricchezza dei dettagli, ma controllare anche le loro lune più deboli. Spesso infatti è più facile determinare l'esatto punto di messa a fuoco osservando i satelliti puntiformi, piuttosto che concentrarsi sulle strutture planetarie superficiali. In condizioni sfavorevoli - e quando si mettono a fuoco i pianeti più deboli, come Urano e Nettuno - è consigliabile scegliere e mettere a fuoco una stella luminosa nelle vicinanze prima di dedicarsi al pianeta.

L'esposizione

Il giusto tempo di esposizione per le immagini planetarie dipende da diversi fattori, come l'apertura del telescopio, la lunghezza focale impiegata, la sensibilità del sensore e, naturalmente, le condizioni locali. Si tratta comunque di esposizioni di alcune frazioni di secondo che possono essere facilmente controllate tramite la funzione istogramma del software di imaging: la "montagna" nella visualizzazione dell'istogramma non deve toccare o essere tagliata su nessun lato. A seconda delle condizioni, sarà necessario scattare diverse centinaia o migliaia di immagini e salvarle in qualità massima come sequenza di film. La scelta del formato dei dati dipende in gran parte dal software utilizzato: il formato SER, che supporta per esempio i software Lucam Recorder di Heiko Wilkens e Genika Astro di AiryLab, oltre che FireCapture di Torsten Edelmann, ha dato buoni risultati.

Anche se l'occultazione del pianeta da parte della Luna non avviene, l’avvicinarsi dei due corpi celesti può rappresentare un'emozionante sfida fotografica. In questo caso con una fotocamera DSLR è stato documentato il pianeta Marte che passa accanto alla Luna il 24.12.2007, senza che si verifichi un'occultazione dal punto di osservazione di chi osserva. U. Dittler Anche se l'occultazione del pianeta da parte della Luna non avviene, l’avvicinarsi dei due corpi celesti può rappresentare un'emozionante sfida fotografica. In questo caso con una fotocamera DSLR è stato documentato il pianeta Marte che passa accanto alla Luna il 24.12.2007, senza che si verifichi un'occultazione dal punto di osservazione di chi osserva. U. Dittler
Immagine del pianeta Venere. Con un filtro UV è stato possibile catturare alcune strutture nuvolose. Mario Weigand Immagine del pianeta Venere. Con un filtro UV è stato possibile catturare alcune strutture nuvolose. Mario Weigand

Le possibilità di controllare la qualità durante la registrazione dovrebbero essere sfruttate per evitare sorprese: la nitidezza può essere gestita in qualsiasi momento tramite l'immagine in tempo reale della camera CCD sul monitor del notebook. Analogamente, sempre durante la registrazione, è possibile verificare in qualsiasi momento se il tempo di esposizione è adeguato o se alcune aree dell'immagine risultano sovraesposte. Solo la qualità dell’immagine somma può essere valutata al termine dell’elaborazione, poiché di solito richiede troppo tempo per essere eseguita "al momento", durate la registrazione. Con un po' di pratica, tuttavia, si può arrivare a una buona stima della qualità dell’immagine finale, basandosi sulle immagini singole durante l'esposizione.

Poiché durante la notte le fasi con seeing buono si alternano più volte a quelle con seeing meno buono, è sempre bene eseguire diverse serie di sequenze: spesso si capisce solo durante l'elaborazione delle immagini quale sequenza ha goduto delle condizioni migliori

L’elaborazione delle immagini

Il software gratuito Autostakkert!2 si presta molto bene all’elaborazione delle immagini planetarie, perché è veloce e facile da usare. Inoltre, Autostakkert!2 può usare molte centinaia di punti di riferimento per immagine, eliminando così le differenze qualitative nel modo più efficace possibile.

Dopo aver avviato il programma, si aprono due finestre: una che permette di gestire le opzioni per l’elaborazione delle sequenze, e un’altra che mostra la sequenza di immagini caricata. Autostakkert!2 permette di caricare una o più sequenze contemporaneamente, e di elaborarle insieme con le stesse impostazioni. Si tratta di una funzionalità utile, per esempio, quando un pianeta è stato ripreso usando filtri RGB e le tre sequenze correlate devono essere armonizzate anche durante l’elaborazione. Poiché le condizioni e le ottiche utilizzate hanno una notevole influenza sulla messa a punto delle impostazioni durante l'elaborazione delle immagini, non è possibile qui fornire suggerimenti generici: l'unica cosa utile è provare e sbagliare.

Screenshot di Lucam Recorder durante la registrazione di Saturno. U. Dittler Screenshot di Lucam Recorder durante la registrazione di Saturno. U. Dittler
Immagine di Giove, ripresa il 08.04.2017 con un telescopio Newton 10 pollici, lente di Barlow e ZWO ADC con f = 4300 mm. Registrato con una camera ASI224MC con filtro RGB. Immagine ottenuta dalla somma di 2000 immagini su 4000. Volker Heinz Immagine di Giove, ripresa il 08.04.2017 con un telescopio Newton 10 pollici, lente di Barlow e ZWO ADC con f = 4300 mm. Registrato con una camera ASI224MC con filtro RGB. Immagine ottenuta dalla somma di 2000 immagini su 4000. Volker Heinz
Immagine di Marte, ripreso il 20.5.2016 con un telescopio Newton 10 pollici, lente di Barlow e ZWO ADC a  f = 4800 mm. Registrato con una camera ASI120M con filtri RGB. Immagine ottenuta dalla somma di 5000 immagini su 11000. Volker Heinz Immagine di Marte, ripreso il 20.5.2016 con un telescopio Newton 10 pollici, lente di Barlow e ZWO ADC a f = 4800 mm. Registrato con una camera ASI120M con filtri RGB. Immagine ottenuta dalla somma di 5000 immagini su 11000. Volker Heinz
Immagine del pianeta Saturno, ripresa il 20.5.2016 con un telescopio Newton 10 pollici, lente di Barlow e ZWO ADC a f = 4300 mm. Catturato con una camera ASI290MM con filtri RGB. Immagine ottenuta dalla somma di 3000 frames su 6000. Volker Heinz Immagine del pianeta Saturno, ripresa il 20.5.2016 con un telescopio Newton 10 pollici, lente di Barlow e ZWO ADC a f = 4300 mm. Catturato con una camera ASI290MM con filtri RGB. Immagine ottenuta dalla somma di 3000 frames su 6000. Volker Heinz

Autore: Ullrich Dittler / Su gentile concessione di: Oculum-Verlag GmbH